13 January, 2017

Oh! Passatelli!

All'osteria Pettini, in via Covignano, di vino ne scorreva parecchio, a mastelli si può dire, e infatti si racconta (ma io non ci credo!) che un'alba, dopo una festa notturna lunga ed agitata, l'azdora, la mia bisnonna Adele, si sia lavata la faccia con il vino e abbia continuato a lavorare. Anche la notte che nacque mia mamma, al piano di sotto rimbombava il veglione di Carnevale. Era il 1926.
Questa data, che pronunciata negli studi medici attesta la sua condizione di paziente geriatrica, era anche un puntino luminoso intermittente nel bel mezzo degli Anni Ruggenti, era qualcosa di nuovo che avanzava nella musica e nella moda.
(Foto tratta dalla mostra "Rimini negli anni '20)
Di domenica, il pranzo di chi se lo poteva permettere erano i passatini, o passatelli in brodo di gallina, piatto meraviglioso e confortante, sostanzioso e aromatico.



Ho usato per il brodo:
un quarto di gallina (per un brodo vegetariano si può omettere)
1 grossa patata
2 carote
1 costa di sedano
1 cipolla
2 chiodo di garofano
2 bacche di cardamomo
2 bacche di ginepro
2/3 grani di pepe
una manciata di sale

Riempite una pentola capiente di acqua, aggiungete gli ingredienti, portate a bollore e lasciate sobbollire dolcemente per un paio d'ore.
Nel frattempo, dedicatevi ai passatelli.

3 uova medio-grandi
100g di parmigiano grattugiato
100g di pane grattato
1 cucchiaio di farina
una generosa grattata di noce moscata


Mettete tutti gli ingredienti in una ciotola e impastate fino a ottenere un panetto morbido, ancora leggermente appiccicoso.

Trasferitelo su un tagliere, e, utilizzando l'attrezzo apposito, schiacciatelo dall'alto in basso, strisciando per ottenere dei vermicelli irregolari.
Continuate fino a esaurire il panetto. Man mano che il disco si riempie, rovesciate i passatelli su un vassoio cosparso di pan grattato.
Naturalmente con un normale schiacciapatate si otterrà lo stesso risultato.

Sono buoni asciutti, sono buoni il giorno dopo, sono buoni con brodo di dado (eresia!). Sono buoni.







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