09 March, 2024

Di strozzapreti, di nonne romagnole, di preghiere


Si dice che gli strozzapreti si chiamino così a causa dell'atavica antipatia dei romagnoli per gli esponenti del clero. Può darsi, ma le mie nonne, nate entrambe sul finire dell'Ottocento, erano estremamente bigotte. La nonna Lucia credo che in vita sua abbia letto solo un libro, che era un libro di preghiere, e benché venisse da una famiglia relativamente abbiente, come buona parte della popolazione riminese del tempo era semianalfabeta. Suo padre era il mezzadro del conte Cantelli, alle pendici di Covignano, e coltivava terreni oggi tagliati dall'asfalto della Superstrada di San Marino. La mia bisnonna portava camicette bianche chiuse al collo con un cammeo. Il secondo ricordo che mi è giunto di lei riguarda il terremoto del 1916, quando durante una forte scossa fuggì con un foglio di giornale sulla testa.

A strozzare i preti non credo ci pensassero proprio, con due guerre mondiali di fronte. La nonna Lucia perse il fidanzato nella prima, e fu spinta a sposarsi con il nonno Luigi, figlio di una azdora conosciuta, l'Adele dell'osteria Pettini. E così imparò a fare la sfoglia per le tagliatelle, che sono però un'altra storia.

Io amo gli strozzapreti perché sono semplici, anzi, basici: farina e acqua. Con un sugo di verdure puoi farci un primo delle feste senza utilizzare carne o derivati animali, tranne, volendo, una spolverata di parmigiano.

Si calcola un etto di farina a persona, più l'acqua necessaria. Si impasta fino ad ottenere un panetto morbido ma non appiccicoso. Dopo una mezz'oretta di riposo, si stende lasciando la sfoglia spessa, non certo sottile come per le tagliatelle. Con una serie di tagli verticali e orizzontali si ottengono delle striscioline che vanno fatte scivolare tra i due palmi delle mani per dargli l'aspetto cilindrico.

A quel punto li puoi tuffare in acqua bollente salata, e scolarli dopo 5/6 minuti direttamente con la ramaiola che li passa nella padella con il sugo, di melanzane, per esempio, o, come nel mio caso, di piselli.




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