14 November, 2014

Il sugo di pomodoro dell'hotel Dover


Sono cresciuta nella minuscola pensione riminese gestita da mia mamma, e questo e' un fatto. Un altro fatto e' che erano gli anni '70, e poi i primi '80 quando abbiamo chiuso. A quel punto la sua presenza sul viale era cosi' anacronistica che ogni ricordo mi riempie di tenerezza, anche se non posso dire che mi manca, e ogni figlio di albergatore sa di cosa sto parlando.

Camere senza bagno, menu senza variazioni, porte sbarrate a mezzanotte e qualche volta alle undici, niente bar, sala tv o buffet. Chi telefonava con il maestoso apparecchio nero sul bureau e aveva bisogno di un po' di riservatezza, era costretto a infilarsi nel vicino ripostiglio delle lenzuola.
Quando i miei genitori lo hanno preso in affitto, nel 1970, l'Hotel Dover era già un po' datato ma dignitoso e pressocche' al livello delle altre pensioni. Ricordo ogni centimetro, esplorato e osservato con cura infantile nei lunghissimi pomeriggi solitari di maggio e settembre, dal pavimento di graniglia della sala al boschetto di alloro che contornava il giardino, dal fazzoletto di terra dove si stendevano i panni, e crescevano i papaveri, al mobile del bureau dai nascondigli misteriosi.
Ma soprattutto rimane stampato nella mia mente in maniera indelebile la scansione settimanale dei pasti, di una semplicità meravigliosa e perduta.
Domenica lasagne, martedi e giovedi ragù di carne, venerdi sugo con le vongole, lunedi, mercoledi e sabato pasta al pomodoro. La sera si alternavano pastina in brodo e passato di verdura. Il martedi pesce, omelettes il venerdi.
Lo so, lo so, non sto parlando del Sacro Graal, il fatto è che non si torna indietro, neanche in cucina.
Non si torna indietro perche', sebbene mi imponga di mantenere un profilo basso ai miei piatti, nel frattempo, un po' come tutti, ho toccato punti di non ritorno: la scoperta di altre cucine, la macrobiotica, il vegetarianesimo, il culto del lievito madre e l'orrore per gli zuccheri raffinati. Però sulla pasta al pomodoro fatta proprio come all'hotel Dover, non transigo, ecco.
Occorrono:

5 pomodori ramati medi oppure una scatola di pelati da 500g
2 scalogni
1 pezzetto di sedano 
1 pezzetto di carota
olio e.v.o.
odori vari: peperoncino, basilico, alloro...
sale e pepe
una noce di burro

Mettere i pomodori, gli scalogni, il sedano e la carota in una casseruola, e lasciarli sobbollire per un'oretta. Al termine, passateli al passaverdure in un pentolino, dove aggiungerete il condimento che preferite. Lasciare sobbollire ancora una ventina di minuti, mentre mettete l'acqua sul fuoco e vi cuocete la pasta. Non esagerate!

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